La preghiera mi fu d’amica, sempre più lunga ed
imprevedibile, ripetitiva e fugace, intensa, corposa.
Pregai e concessi a Dio
parte del tempo che, trascorreva inesorabile lungo la scia del mio condurmi,
come crocevia, possente altalenarsi nell’oblio delle ore, giorni, tempo nel
tempo, tra mutismi e silenziosi silenzi ed andai… Andai nel vortice vorticoso
dove ne marchiò il tragitto il cuore, battito su battito nel cessare ogni piaga
che leniva e morbidamente si rimpiagava. La vita la giocai con la notte, col
delirio di un tempo il quale a stento effettuava il docile sincronico passare.
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